La collina di Filerimos si trova nella zona di Ialyssos ed è nota per il monastero di Nostra Signora di Filerimos, l’antica cittadella di Ialyssos, la strada per il Golgota, l’iconica Croce e le due cappelle del profeta Elia.
Risalendo la strada panoramica
Già che siamo in viale Rodi – aeroporto, in direzione aeroporto, al semaforo di Trianta, alla stazione di polizia, svoltare a sinistra e proseguire dritto fino a raggiungere i piedi della montagna.
Salendo sul monte si può ammirare il fitto bosco di pini e arbusti aromatici, per poi arrivare alle due cappelle del Profeta Elia
Il più nuovo è sulla strada. Per vedere quello vecchio bisogna seguire il vicolo a sinistra del cortile.
L'antica Chiesa del Profeta Elia e la sua storia.
Costruito a metà degli anni 1880 dagli abitanti del villaggio di Trianda, fu distrutto dal terremoto del 1929 ma ricostruito con l’aiuto dei rodi della comunità di Rodi d’Egitto.
Le ripetute frane negli anni ’60 hanno danneggiato le sue fondamenta ed è stato meteorico su un lato. Nel 2010 è stato restaurato ed è ora al sicuro.
Continuando verso l'alto
Proseguendo verso la cima della montagna possiamo vedere alla nostra destra la pista dell’aeroporto, la città di Kremasti, Trianta, Ixia e la città di Rodi.
Il Monastero di Nostra Signora
Alla fine della scalinata domina la chiesa dei cavalieri bizantini e le successive celle del monastero costruite in epoca italiana destinate alla confraternita dei frati francescani.
La storia del Santo quadro
Ci sono due punti di vista su come l’immagine è arrivata sull’isola di Rodi.
La prima sostiene che l’icona sia stata portata tra il X e l’XI secolo – nella chiesa bizantina a quel tempo – dai membri di Gerusalemme dell’Ordine di San Giovanni.
Il secondo sostiene che il quadro fosse già qui al momento dell’arrivo dell’ordine nel 1309 ma sconosciuto da chi.
L’immagine di Panagia Filerimou fu probabilmente costruita a Costantinopoli nel X-XI secolo e fu considerata miracolosa sia dai Cavalieri di San Giovanni che dalla popolazione locale per il suo contributo nel respingere gli attacchi ottomani.
Nel 1523, alla resa dell’isola agli Ottomani e alla loro partenza, i Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni portarono con sé la foto e dopo 479 anni di peregrinazioni l’icona si trova finalmente nella Cappella Blu del Museo Nazionale del Montenegro.
Periodo Paleocristiano
Nel cortile del monastero è conservato un battistero a forma di croce, parte della Basilica paleocristiana costruita nel V-VI secolo d.C.
Scendendo lungo il sentiero accanto alle rovine dell’antico tempio (vedi sotto) troverete la chiesa di San Giorgio Chostos, risalente al V-VI secolo d.C.
Successivamente è decorato con affreschi quattrocenteschi raffiguranti la Passione di Cristo, la Vita della Madonna ei santi patroni dei Cavalieri.
L'acropoli dell'antica Ialyssos
La collina di Filerimos era utilizzata anche nell’antichità come luogo di culto, come testimoniano i ruderi nei pressi del monastero.
Era l’Acropoli dell’antica città-stato di Ialyssos e il luogo di culto di Zeus e Atena Polias. Le rovine delle fondamenta del tempio sono accanto al Tempio del Cavaliere.
Accanto all’ingresso principale del sito archeologico (di fronte alle scale e alla biglietteria) si trovano i gradini che conducono alla fontana dorica.
La via del Calvario e della Croce
Di fronte all’ingresso del sito archeologico principale inizia la strada per il Golgota.
Il percorso è stato realizzato durante l’occupazione italiana (1912-1945) e rappresenta 14 stazioni – santuari tappa sulla strada per la Crocifissione.
La Croce è accessibile internamente e una stretta scala conduce alla sua parte orizzontale che funge da balcone.
Da Cross si può godere della vista, come si possono vedere i villaggi di Maritsa, Pastida, il vecchio aeroporto, parte della moderna pista aeroportuale, il villaggio di Kremasti, l’isola di Symi e la costa della Turchia.